Si chiude novembre, mese dei cereali integrali. “Molte morti prevenibili con una sana alimentazione”
Il mese di novembre è stato un mese cruciale per la valorizzazione dei cereali integrali in Italia e nel mondo con una serie di manifestazioni che hanno visto in prima linea l’Unità di Prevenzione e Protezione del CNR in stretta collaborazione con la Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC), con la Fondazione Dieta Mediterranea (FDM), con l’European Heart Network (EHN) di Bruxelles e la Whole Grain Initiative (WGI) di Vienna.
Un’alimentazione non corretta concorre, attraverso le ben note conseguenze sui principali fattori di rischio cardiovascolare (diabete, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, obesità), a quegli eventi cardiovascolari (infarti del miocardio e ictus cerebrali) che, da soli, costituiscono il 20% delle morti degli europei che avvengono prima dei 65 anni. “Ma queste morti – fa notare Stefania Maggi, dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Padova, nonché presidente della FDM – che possiamo a ben ragione considerare premature, sono in gran parte prevenibili anche attraverso una sana alimentazione, che, ancora una volta, vuol dire soprattutto Dieta Mediterranea”. In effetti, la Dieta Mediterranea continua a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile stante le tante dimostrazioni di efficacia nella prevenzione delle malattie. A tal riguardo però, è opportuno sottolineare un aspetto che riguarda uno dei pilastri della sana alimentazione, i cereali. Se pane, pasta, riso, polenta, couscous sono alla base della sana piramide alimentare e vanno consumati quotidianamente, è anche vero che le evidenze ci suggeriscono che dobbiamo decisamente preferire quelli integrali. “I cereali integrali – continua la Maggi – oltre ad essere, come quelli raffinati, fonte di carboidrati complessi, proteine e vitamine del gruppo B, si distinguono perché, al contrario di questi ultimi, sono anche ricchi in fibre, fitosteroli e antiossidanti quali la vitamina E, le lignine e i sali minerali come magnesio e selenio”. E, se grazie alle fibre, i cereali integrali contribuiscono a ridurre l’ipercolesterolemia, il diabete, il sovrappeso, l’obesità (vedi il loro ruolo nel ridurre l’assorbimento di zuccheri e colesterolo e vedi il senso di sazietà dovuto al rallentamento dello svuotamento gastrico) e a prevenire i tumori del colon (vedi la facilitazione del transito intestinale), grazie ai fitosteroli riducono l’assorbimento del colesterolo e grazie agli antiossidanti contrastano l’azione deleteria dei radicali liberi dell’ossigeno su membrane, mitocondri e DNA.
Innumerevoli studi dimostrano che con soli 50 grammi al dì di cereali integrali possiamo ridurre la mortalità cardiovascolare intorno al 20%, quella per tumori oltre il 10% e quella per tutte le cause intorno al 15%. “Per raggiungere questa quantità – afferma Roberto Volpe dell’Unità di Prevenzione del CNR di Roma, nonché rappresentante della SIPREC all’EHN – sono sufficienti solo 3 porzioni al giorno e, considerando che una porzione è rappresentata da 3-4 fette biscottate o da 3-4 cucchiai di cereali da colazione o da una fetta di pane o da un piatto di 80 grammi di pasta o riso, è ben comprensibile come non sia difficile raggiungere tale obiettivo. Eppure, nonostante i benefici, in Italia, come in molti altri paesi europei, consumiamo solo sui 10 g di cereali integrali al giorno, ben lontani dai consigliati 50 g al giorno che, in Europa, vengono raggiunti solo dai paesi finnoscandinavi, dall’Olanda e, recentemente, anche dalla Germania. Pertanto, tutti dobbiamo impegnarci per diffondere la cultura dei cereali integrali e il loro consumo anche in Italia e in altri paesi europei”. A tal riguardo, l’Unità di Prevenzione e Protezione del CNR di Roma, in stretta collaborazione con la SIPREC, con la FDM, con l’EHN di Bruxelles e la WGI di Vienna, ha partecipato in questi giorni a tutta una serie di iniziative che vanno dal “7th Whole Grain Summit 2021”, al “Whole Grains: a game changer for public and planetary health” della Presidenza slovena del Consiglio dell’Unione Europea 2021, al “Time4Child” e a “Scienza@Tavola” del CNR, al “Whole Grain and the Mediterranean Diet” della FDM. “Inoltre – conclude Volpe – altrettanto importante è il lavoro che stiamo svolgendo a livello europeo sull’etichettatura degli alimenti, affinché i cereali integrali siano differenziati da quelli raffinati e valorizzati, al fine di promuoverne un acquisto consapevole e informato da parte del consumatore”.