Salute a tavola: Natale. Le feste pesano. Sulla bilancia
Durante il periodo natalizio capita di eccedere a tavola, mangiando di più perché si è in compagnia e si consumano cibi tipici, molto calorici. Marika Dello Russo dell’Istituto di scienze dell’alimentazione fornisce alcuni consigli per ridurre questo rischio e per perdere qualche chilo accumulato sotto le feste
Le festività natalizie rappresentano per molti un’occasione per stare in compagnia, per incontrarsi con i propri familiari o con gli amici, spesso condividendo pasti caratterizzati da piatti tipici e non di rado anche da porzioni più abbondanti del solito, alle quali si aggiunge qualche sfizio e qualche dolce di troppo. Un’abitudine che indubbiamente regala uno stato di serenità, ma che può però farci trovare al termine delle feste con qualche chilo in più, difficile poi da smaltire. Per evitare che il Natale ci porti questo spiacevole “regalo” può essere di aiuto conoscere qual è l’apporto calorico di alcuni dei piatti tipici del periodo natalizio, dal Nord al Sud. “I primi piatti tipici natalizi sono spesso piatti unici, come gli agnolotti o i ravioli del Nord, i tortellini o i cappelletti del Centro, fino ai culurgiones de casu o la lasagna del Sud. I diversi sughi del condimento o il ripieno possono essere determinanti nel loro apporto calorico, che può oscillare dalle 400 kcal di una porzione di tortellini in brodo a oltre 600 kcal per una porzione di lasagna”, chiarisce Marika Dello Russo dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Consiglio nazionale delle ricerche. “Passando ai secondi piatti natalizi, i bolliti di carne come la carbonade valdostana, gli arrosti o il baccalà in umido apportano un medio contenuto calorico, circa 250 kcal per porzione, fino ad arrivare a secondi più elaborati, quali le fritture di pesce o le carni ripiene, che possono apportare da soli fino a 700 kcal a porzione”.