L’Onu riconosce il valore della Dieta Mediterranea
Cessato allarme all’Onu per parmigiano, prosciutto e olio di oliva. L’Assemblea Generale ha adottato oggi a New York una Risoluzione delle Nazioni Unite su “salute globale e nutrizione” che contiene indicazioni operative finalizzate a promuovere diete e stili di vita salutari e ad affrontare il problema della malnutrizione e della cattiva alimnetazione: la Risoluzione boccia, a differenza del primo testo presentato il 12 novembre scorso al Palazzo di Vetro, la necessità di adottare etichette sulle confezioni e maggiore tassazione per dissuadere dal consumo dei cosiddetti “cibi nocivi” per sale, zucchero e grassi. Grazie anche agli sforzi della delegazione italiana, il testo – adottato con 157 voti a favore, due no e un’astensione – fa appello agli Stati Membri a promuovere “diete e stili di vita sani, inclusa attività fisica, attraverso azioni e politiche per porre in atto tutti gli impegni legati alla nutrizione compresi quelli assunti dai Capi di stato e Governo nei vertici sulle malattie non trasmissibili e dall’Oms”.
L’Onu ha approvato il testo di risoluzione sulla lotta alle malattie non trasmissibili rivedendo il modello di etichettatura, passando da quello cosiddetto a semaforo, dove si indicano la “bonta” o la “pericolosita” degli alimenti (riporta per 100 grammi di alimento il contenuto in grassi, grassi saturi, sale e zuccheri ed evidenzia con i colori del semaforo i valori elevati, di media e bassa intensità) a quello “nutrizionale” in cui viene riportata semplicemente la percentuale di nutrienti per visualizzare le componenti nutrizionali quali calorie, grassi, zuccheri e sale.
“L’esito finale è senza dubbio anche un successo italiano – ha detto il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Enzo Moavero Milanesi – abbiamo lavorato per mesi, impegnandoci nelle diverse sedi e a tutti i livelli. La Farnesina ha agito in stretto raccordo con i ministeri competenti per la salute, l’agricoltura, l’industria e il commercio estero. Ciascuno ha fatto la sua parte, con uno spirito di squadra che ha permesso di conseguire l’importante risultato. Si è così evitato che fuorvianti e approssimative tesi potessero ostacolare con tasse discriminatorie, o comunque pregiudicare, le tradizionali produzioni della nostra filiera agroalimentare. Abbiamo garantito la piena tutela degli agricoltori e dell’industria italiana”.
E ancora: “E’ un successo globale dell’Italia, del suo modello alimentare e delle sue eccellenze – ha dichiarato Luigi Scordamaglia , presidente di Filiera Italia, la nuova organizzazione che rappresenta l’intera filiera agroalimentare del Made in Italy – perchè la cancellazione dal testo approvato del riferimento a strumenti di etichettatura dissuasiva e tasse è la vittoria della qualità e dei prodotti naturali sui prodotti di sintesi e di laboratorio. Oggi hanno vinto le filiere agroalimentari fatte da milioni di agricoltori e Pmi, su poche multinazionali che vorrebbero gestire in laboratorio l’alimentazione del futuro. Quello di cui c’è bisogno è un modello di etichettatura nutrizionale che faccia scegliere in trasparenza il consumatore rendendolo consapevole, piuttosto che spingerlo a preferire certi cibi piuttosto che altri, attraverso colorazioni ingannevoli che penalizzano prodotti di eccellenza come l’olio d’oliva e tendono ad incentivare il consumo di prodotti realizzati con ingredienti chimici”. Filiera Italia plaude al Governo italiano, dalla Farnesina al Ministero dell’Agricoltura, della Salute e dello Sviluppo economico, che “hanno saputo vincere a New York una battaglia non semplice, trovando anche le indispensabili alleanze tra Paesi non disposti a svendere il futuro dell’alimentazione globale”.
Anche Coldiretti esprime apprezzamento per la versione definitiva della risoluzione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite sulla nutrizione. “L’attenta e preziosa attività diplomatica del nostro paese ha permesso di evitare bollini allarmistici o tasse per dissuadere il consumo di certi alimenti che avrebbero messo alla gogna l’85% in valore del made in italy a denominazione di origine (dop), dal parmigiano reggiano al prosciutto di Parma fino all’extravergine di oliva considerato unanimemente un elisir di lunga vita – ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Una decisione che deve rappresentare un freno al diffondersi di sistemi di informazione visiva come l’etichetta a semaforo inglese, ma anche il nutriscore francese o i bollini neri cileni che mettono a rischio prodotti made in italy dalle tradizioni plurisecolari trasmesse da generazioni di agricoltori che si sono impegnati per mantenere le caratteristiche inalterate nel tempo”.