L’alimentazione – e la Dieta Mediterranea – come strategia primaria per la cura della depressione
L’alimentazione? Un fattore fin troppo trascurato nella prevenzione e nella cura del disturbo depressivo maggiore.
Nell’articolo pubblicato da Ortega e al. su Nutrients del luglio 2022 “Ruolo biologico dei nutrienti, degli alimenti e dei modelli dietetici nella prevenzione e nella gestione clinica del disturbo depressivo maggiore”, viene evidenziato come sia una malattia «che si verifica come conseguenza di una discrepanza evolutiva e di abitudini di vita malsane», e tra queste c’è un’alimentazione sbagliata.
«Sembra che ci sia una relazione bidirezionale tra disturbo depressivo maggiore e malnutrizione – scrivono gli autori – gli individui depressi spesso mancano di alcuni nutrienti fondamentali, e al contempo adottano un modello dietetico anomalo». Tra i pazienti depressi infatti spesso mancano elementi come grassi polinsaturi omega 3, fibre alimentari, vitamine, minerali, polifenoli e vari composti bioattivi: tutto ciò ha implicazioni dirette e indirette sui diversi meccanismi fisiopatologici a causa del disturbo depressivo maggiore.
Alcuni studi inoltre stanno indagando su come alcuni gruppi di alimenti o approcci dietetici possano intervenire nel campo della depressione: promettenti gli studi su alcuni prodotti fermentati e integratori alimentari. I ricercatori però invitano alla prudenza: «Va notato che la nutrizione è un’area di ricerca complessa in cui la maggior parte degli studi sono preclinici o osservazionali e i maggiori benefici di questa abitudine di stile di vita si osservano a lungo termine». Insomma, nessuna facile dieta miracolosa all’orizzonte capace di curare in poco tempo la depressione, ma la certezza che «gli interventi dietetici possono potenzialmente aiutare a prevenire e migliorare la gestione clinica dei pazienti con disturbo depressivo maggiore». Un aiuto può arrivare dalla Dieta Mediterranea, che ha «dimostrato alcuni benefici rilevanti», ma occorrono nuovi e più approfonditi studi per trovare strategie ancora più precise per migliorare l’alimentazione dei soggetti con depressione.