La Dieta Mediterranea utile contro il diabete tipo 2: la chiave è il microbiota intestinale?
Per capirlo un team di ricercatori portoghesi ha condotto uno studio pilota su nove persone affette da diabete di tipo 2, i cui risultati sono stati pubblicati su Nutrient l’8 aprile 2021. Durante lo studio, durato 12 settimane, le persone con diabete mellito hanno ricevuto consulenze nutrizionali individuali sulla Dieta Mediterranea e sono state sottoposte ad un monitoraggio del peso e della composizione della massa corporea, del rilevamento della pressione arteriosa, del dosaggio degli indici glicemici nel sangue, dei livelli di colesterolo, transaminasi, quindi della fosfatasi alcalina e della valutazione della componente batterica intestinale.
I risultati non si sono fatti attendere: non solo la ricchezza nella composizione del microbiota intestinale è aumentata dopo quattro settimane di intervento (con un aumentato rapporto tra Prevotella e Bacteroides, solitamente più basso nei pazienti affetti da questa patologia), ma erano diminuiti i livelli di glucosio a digiuno, e migliorate le concentrazioni della fosfatasi alcalina, indice di un minor grado d’infiammazione intestinale. L’emoglobina glicosilata (HbA1c) e l’HOMA index che valuta l’insulino-resistenza sono diminuiti invece solo al termine dello studio.
I risultati di questo studio aprono all’ipotesi che l’adesione alla dieta mediterranea, caratterizzata dall’assunzione di alimenti ricchi di fibra, polifenoli e antiossidanti, e povera di grassi saturi, permetta ai soggetti affetti da diabete di tipo 2 di controllare meglio l’indice glicemico grazie al miglioramento nella composizione del microbiota intestinale.