Il Kefir: il latte fermentato della steppa e i suoi effetti sulla salute
Ultimamente il kefir, latte fermentato tipico delle regioni del Caucaso derivato dal metabolismo di un microbiota complesso in simbiosi, è un prodotto sempre più disponibile nei reparti frigo dei nostri supermercati. Spesso lo si trova accanto agli yogurt da bere e ad altri prodotti di derivazione casearia.
La bevanda, molto consumata oggi soprattutto nell’Europa dell’Est e nelle regioni asiatiche appartenenti all’ex Unione Sovietica, è da sempre nota per i suoi benefici per la salute. Ma la sua è una fama ben meritata?
Un articolo, scritto da Carla P Vieira e al. su Oxidative Medicine and Cellular Longevity, ha passato in rassegna la letteratura.
«Recenti ricerche hanno indagato i composti bioattivi responsabili degli effetti preventivi e terapeutici attribuiti al kefir», spiegano gli autori dell’articolo, che però evidenziano fin dal principio le differenze nel potenziale funzionale tra il kefir di origine industriale e quello artigianale per la diversità della loro composizione microbica.
I composti bioattivi più comunemente citati in letteratura sono gli esopolisaccaridi, tra cui kefiran, peptidi bioattivi e acidi organici, in particolare l’acido lattico. I composti bioattivi di Kefir hanno presentato attività antimicrobiche, antitumorali e immunomodulanti confermate dalla meta-analisi che ha confrontato lo stato di salute tra consumatori abituali di kefir e gruppi di controllo.
Mancano però studi più approfonditi in grado di esplorare gli effetti sui livelli di glucosio, sul profilo lipidico e sulla pressione sanguigna, nonché circa la prevenzione di malattie neurodegenerative e osteoporosi.