Giornata Mondiale dell’Obesità. (Ri)mettiamo a tavola la Dieta Mediterranea
Offrire informazioni e strumenti per combattere una patologia sempre più diffusa nel mondo e nel nostro Paese: ricorre oggi, 4 marzo, la Giornata Mondiale dell’Obesità a (World Obesity Day) utile a cittadini ed esperti del settore per approfondire i caratteri di una “malattia cronica progressiva e recidivante anche quando, negli stadi iniziali, non è associata ad alcuna complicanza” (Ministero della Salute).
E, se i dati a riguardo sono allarmanti, la buona notizia viene dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: l’obesità è trattabile e soprattutto prevenibile.
Fa di sicuro un certo effetto osservare i numeri pressoché triplicati dal 1980 e considerare che la stima degli obesi nel mondo è di quasi un miliardo di persone. La situazione in Italia? Circa il 10 % è obeso con una stima di 25 milioni di persone in sovrappeso, in quella che è la culla della dieta mediterranea e dell’alimentazione di qualità. Non sono esclusi i più giovani, con dati preoccupanti circa l’obesità infantile. I ragazzi, attratti dal consumo del cosiddetto cibo spazzatura e spesso di alcol, non sono interessati al consumo di verdura e frutta nella loro routine alimentare.
“La dieta mediterranea, purtroppo, e’ stata abbandonata dall’Italia, così come dalla Grecia e dalla Spagna, che sono la culla di questo regime alimentare. Paradossalmente i paesi del Nord Europa vi stanno invece aderendo in maniera molto imponente e si vedono i risultati in termini di obesità – che e’ molto più frequente nella nostra popolazione rispetto a quella del Nord Europa”: lo ha affermato Stefania Maggi, presidente della Fondazione Dieta Mediterranea e dirigente di ricerca del Cnr.
Malattie cardiache, diabete di tipo 2, alcuni tumori, demenze e problemi a scheletro e articolazioni sono patologie causate proprio da un grave accumulo di grasso e non sempre i pazienti obesi sono informati sui rischi della loro condizione. Meno della metà riceve inoltre consigli appropriati sulla dieta da intraprendere.
Se i dati numerici non ci confortano, la stessa OMS specifica come l’obesità sia prevenibile con un ruolo fondamentale affidato proprio alla più preziosa alleata: la dieta mediterranea, che deve essere (ri)messa in tavola. Rifarsi ai principi, peraltro semplici, della sua piramide alimentare favorisce proprio il controllo del peso, con risvolti positivi per la salute del cuore e del sistema nervoso, per la prevenzione del cancro e delle malattie croniche, e nella prevenzione e controllo del diabete.
Un corretto approccio all’obesità deve contemplare in maniera necessaria più fattori: non è infatti solo una responsabilità personale ma può dipendere anche da altri aspetti, tra cui l’istruzione, la formazione, il reddito personale (il cibo “spazzatura” costa meno rispetto ai cibi più salutari), un marketing pubblicitario aggressivo, una non corretta e semplice etichettatura degli alimenti. Compito della nostra Fondazione è, quindi, quello di andare a tutelare la salute dei consumatori attraverso una corretta e capillare informazione.
Sia utile sapere che il metodo migliore per perdere peso è seguire una dieta sana basata su un ridotto apporto calorico (scelta degli alimenti, metodi di cottura, poco sale ecc), accompagnato da attività fisica regolare (almeno 30 minuti, almeno 3-5 volte la settimana).
Intraprendere percorsi formativi sull’alimentazione, partendo dalle scuole, rappresenta un elemento essenziale nella strategia di prevenzione primaria, attraverso la promozione di uno stile di vita sano tra le giovani generazioni, e proprio l’educazione alimentare come materia curriculare è un obiettivo primario della Fondazione Dieta Mediterranea.