GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE: LE DIETE SOSTENIBILI
Secondo l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), è urgente e necessario adottare DIETE SOSTENIBILI a livello globale. Diete sostenibili dovrebbero includere una quota elevata di prodotti locali, minimamente lavorati e con un limitato consumo di prodotti di origine animale. Secondo numerosi studi ormai le diete sostenibili sono migliori in termini di qualità nutrizionale, di tutela della salute e di rispetto dell’ambiente. Le abitudini rispettose dell’ambiente includono soprattutto la riduzione del consumo di carne e di prodotti di origine animale a favore di un aumento di prodotti vegetali, quindi di cereali, legumi, frutta e ortaggi. Questo perché l’allevamento di animali è considerato il responsabile del 18% dei gas a effetto serra (GHG) emessi da fonti antropogeniche a livello globale. In particolare, la produzione di carne e latte rappresentano, con il 41 e il 20% rispettivamente, le pratiche con la maggior produzione di emissioni. L’allevamento intensivo di bestiame richiede un elevato consumo di energia per le molteplici attività annesse, come la produzione di mangimi, l’espletamento delle attività di allevamento, la produzione e diffusione di fertilizzanti, il consumo di elettricità ed i costi operativi delle strutture.
Sistemi di produzione agricola intensivi invece sono tra i maggiori responsabili della costante perdita globale della Biodiversità, in quanto la necessità di garantire una produzione adeguata e costante in termini quantitativi e qualitativi secondo le richieste del mercato, induce le aziende agricole all’utilizzo di quantità elevate di fertilizzanti e diserbanti, che a lungo andare impoveriscono le qualità chimico-fisiche del terreno, intaccando i processi ecologici degli habitat naturali, e alla selezione di specie a resa più elevata a discapito di altre che vengono così abbandonate, implicando l’utilizzo di maggiori estensioni di suolo ed elevate quantità d’acqua.
La FAO, oltre ad individuare stili di vita capaci di tutelare le esigenze nutrizionali dell’individuo e dell’ambiente, menziona anche modelli alternativi di produzione che possono risultare fondamentali nella promozione e lo sviluppo di diete sostenibili. L’ agricoltura biologica rappresenta un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi), e che sviluppa un modello di produzione improntato su uno sfruttamento più limitato delle risorse naturali, in primis del suolo e dell’acqua. Tuttavia la sostenibilità dei sistemi alimentari biologici e la loro capacità di nutrire la popolazione globale sono stati spesso oggetto di dubbio per lo più a causa delle loro rese in genere più basse. Ora è ampiamente riconosciuto che la produzione biologica richiede meno input energetici rispetto ai sistemi convenzionali, sebbene i benefici in termini di riduzione dei Gas a effetto serra non siano altrettanto automatici. Sono invece ancora pochi gli studi che supportano la teoria secondo cui prodotti ottenuti con metodi di produzione biologica abbiano un miglior asset dietetico e nutrizionale per il soddisfacimento dei bisogni energetici dell’uomo e un miglior impatto sulla salute, rispetto ai prodotti ottenuti con tecniche convenzionali di produzione.
In ambito di stili di vita, un recente studio ha rivelato che il cambiamento da una dieta occidentale, basata sul consumo di elevate quantità di prodotti di origine animale, a modelli dietetici alternativi, ad esempio mediterraneo, vegetariano o vegano, normalmente fornisca benefici per la salute delle persone e l’ambiente. Le riduzioni delle impronte ambientali dovrebbero generalmente essere proporzionali all’entità della limitazione di animali prodotti. Molti studi hanno mostrato che la Dieta Mediterranea (DM) determina un minore impatto ambientale rispetto ad altri sistemi dietetici. Questo perché è un’alimentazione principalmente vegetariana, caratterizzata da un basso consumo di carne e prodotti di origine animale, con un’impronta idrica più contenuta e una quantità minore di emissioni di Gas-serra. Un recente studio italiano ha mostrato che una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea comporta una riduzione significativa dell’impronta ecologica del cibo, in particolar modo nella riduzione del consumo di acqua. La DM tutela la Biodiversità in quanto, con il suo enorme patrimonio in termini di tradizioni gastronomiche e di abitudini culinarie, si basa su un fronte estremamente ampio di prodotti agricoli, implicando la produzione di piante ed animali indigene, non conformi alle esigenze dei sistemi di produzione intensiva.
Attraverso le scelte alimentari è possibile incidere in maniera significativa sulla tutela e la salvaguardia dell’Ambiente. La Dieta Mediterranea, grazie alla sua particolare impostazione, con limitato consumo di carne e prodotti animali, il consumo di prodotti stagionali sempre freschi ed a Km0, l’ampia varietà di cibi, specie frutta e vegetali di differenti colori, la tutela della biodiversità, le attività culinarie improntate sulla tradizione, la convivialità e frugalità, e la tendenza all’utilizzo di sistemi di produzione a limitato impatto ambientale, rappresenta la miglior soluzione per un’alimentazione sana e sostenibile.
5 Giungo 2018, Giornata Mondiale dell’Ambiente.