Da ortaggi a super-ortaggi: a che punto siamo con la biofortificazione delle verdure per un’alimentazione personalizzata
Super-ortaggi: non parliamo dei cosiddetti “superfood”, ovvero cibi avveniristici dei quali tanta pubblicità sul web ci promette risultati miracolosi, ma normale verdura opportunatamente “biofortificata” per fornire a persone in un particolare stato di salute un maggior quantitativo – e un maggior quantitativo assimilabile effettivamente dal corpo – di un determinato elemento nutritivo.
Un articolo pubblicato su Frontiers in Nutrition nell’ottobre 2022 da Massimiliano Renna, Massimiliano D’Imperio, Stefania Maggi e Francesco Serio, “Biofortificazione fuori suolo, bioaccessibilità e biodisponibilità: indicazioni sul percorso verso un’alimentazione personalizzata”, fotografa lo stato dell’arte.
«La biofortificazione fuori suolo delle verdure – scrivono gli autori – ha aperto le porte al potenziale per adattare la produzione vegetale a specifiche esigenze dietetiche».
Tra gli esempi mostrati nell’articolo le prospettive della coltivazione idroponica, che in virtù del basso contenuto di potassio negli ortaggi così coltivati, può essere efficace per ottenere prodotti a foglia e frutta su misura per le persone con funzionalità renale compromessa.
Altre tecnologie consentono la «biofortificazione simultanea di calcio, silicio e boro nello stesso vegetale per ottenere prodotti vegetali utili alla salute delle ossa», mentre un incremento di litio può migliorare la salute mentale in gruppi di persone predisposte a malattie psichiche.
In questo contesto si inseriscono anche le possibilità della fertilizzazione azotata modulata, che può ridurre o aumentare i nitrati nelle verdure per ottenere prodotti su misura, rispettivamente, per bambini e atleti.
«L’approccio multidisciplinare al cibo su misura – concludono gli autori – è vincente e deve prevedere sempre più una sinergia tra competenze agronomiche, biologiche e mediche».