Con la pandemia anche le donne in gravidanza hanno iniziato a mangiare peggio: lo studio siciliano
Durante il lockdown – e in particolare nei primi mesi – forse per lenire la solitudine, forse per sperimentare nelle lunghe ore confinate in casa, tanti italiani hanno deciso di darsi da fare ai fornelli. Purtroppo il bisogno di comfort food ha avuto le sue conseguenze, dato che in tanti raccontano di aver messo su peso durante la pandemia. Ma che impatto ha avuto questo cambio repentino di abitudini alimentari?
Interessante ciò che emerge in Sicilia dall’analisi di due raccolte di dati del tutto analoghe svolte in periodi diversi di tempo e che riguarda le abitudini alimentari delle donne in gravidanza. Per lo studio “Mamma & Bambino” sono state infatti coinvolte 397 donne tra il novembre 2014 e il dicembre 2019 presso l’ospedale “G. Rodolico – San Marco” di Catania, mentre per lo studio “MAMI-MED” sono stati raccolti i dati di 801 donne incinta dal dicembre 2020 a gennaio 2022 a “Garibaldi Nesima”, sempre a Catania.
I dati, messi a confronto nell’articolo “L’impatto della pandemia COVID-19 sui modelli dietetici delle donne incinte: un confronto tra due coorti madre-figlio in Sicilia, Italia” pubblicato ad agosto 2022 su Nutrients da Magnano San Lio e al. certifica infatti un sensibile peggioramento della dieta tra le mamme che hanno avuto una gravidanza prima del Covid e quelle che invece hanno vissuto i mesi dell’attesa durante lockdown e smart working. Anche soppesando le variabili di età, professione, livello socio-culturale, indice di massa corporea prima della gravidanza e tabagismo, le neomamme in tempi di Covid assumevano meno verdura, frutta, legumi e latticini rispetto alle “colleghe” del pre-pandemia. Unica categoria di alimenti che non ha mostrato differenze è il pesce.
Non si tratta però solo di mere quantità: le mamme in epoca Covid hanno dimostrato più in generale un allontanamento dagli equilibri e dai consigli tipici della Dieta Mediterranea.
«Le abitudini alimentari materne – segnalano i ricercatori nelle loro conclusioni – si sono discostate da un modello dietetico prudente caratterizzato da un livello più elevato di consumo di cibi sani. Pertanto, al fine di sviluppare strategie efficaci di salute pubblica, sono ancora necessari ulteriori sforzi per esplorare a fondo i principali determinanti dei comportamenti nutrizionali e gli effetti a lungo termine del COVID-19 sulla salute materna e infantile».