Dieta Mediterranea e 14° anniversario dal riconoscimento Unesco: una celebrazione che guarda al futuro
Un’autentica celebrazione della vita: così potremmo definire la nostra Dieta Mediterranea che oggi, 16 novembre, celebra il quattordicesimo anniversario dal riconoscimento Unesco come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. A Nairobi, in Kenya,il comitato intergovernativo approvava la sua iscrizione considerandola come “un insieme di pratiche tradizionali, conoscenze e abilità trasmesse di generazione in generazione e che forniscono un senso di appartenenza e continuità alle comunità”.
Cereali, legumi, olio extra-vergine di oliva, frutta, verdura, pesce, latticini e modesto consumo di carne, la piramide alimentare della Dieta Mediterranea è modello osservato con grande interesse in tutto il mondo. Eppure essa contempla ben altro: alla sua base ci sono infatti i valori della convivialità e della condivisione, il movimento, l’identità culturale, la biodiversità.
Contaminazioni culturali, scambi, integrazioni hanno costellato la sua lunga storia e negli anni cinquanta del secolo scorso furono il biologo statunitense Ancel Keys e sua moglie Margaret a coniare il nome di Dieta Mediterranea: Inviato al seguito delle truppe durante la Seconda guerra mondiale, Keys si occupò per conto del governo americano di un ampio programma sull’alimentazione e rilevò gli evidenti effetti benefici sulla salute, per esempio la bassa incidenza di patologie cardiovascolari e metaboliche.
“Oggi celebriamo uno dei patrimoni più preziosi della nostra cultura: la Dieta Mediterranea, che non è un semplice regime alimentare; è un vero e proprio stile di vita che ci invita a prenderci cura non solo di noi stessi e della nostra salute, ma anche di chi ci sta intorno e del pianeta in cui viviamo”: a dirlo è la Presidente della Fondazione Dieta Mediterranea prof.ssa Stefania Maggi. Che continua: “La celebrazione della Dieta Mediterranea rappresenta un richiamo all’importanza della convivialità e dell’amicizia tra le persone, della frugalità in contrasto agli sprechi, della sostenibilità economica ed ambientale delle nostre scelte”.
La Fondazione Dieta Mediterranea, nata nello stesso novembre 2010, proprio di questo si occupa: di informare e formare sul valore di uno stile di vita che, nonostante affondi le sue antiche radici nel nostro territorio, non è più diffuso tra la maggior parte degli Italiani e che dobbiamo recuperare. La Dieta Mediterranea rappresenta invece una strategia vincente per vivere una vita lunga ed in salute, capace di ridurre significativamente il rischio di patologie croniche debilitanti (cardiovascolari, tumori, diabete, obesità, malattie osteoarticolari e neurodegenerative) e di determinare un miglioramento della qualità di vita.
Nel corso degli anni la rilevanza della Dieta Mediterranea viene testimoniata anche dal sostegno dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), in quanto strumento per una agricoltura sostenibile ed elemento irrinunciabile per un modello alimentare che aiuti a prevenire le malattie croniche, causa di disabilità e di morte nella nostra società.
Recente lo studio Sofa, condotto proprio dalla FAO in 156 paesi evidenzia i costi nascosti dei sistemi agroalimentari mondiali, che ammontano a circa 12 000 miliardi di dollari all’anno. Di questi, il 70 percento circa (8 100 miliardi di dollari) è la conseguenza di abitudini alimentari non salutari ed è correlato a pericolose malattie non trasmissibili come le malattie cardiache, l’ictus e il diabete, ossia proprio quelle che con la Dieta Mediterranea possiamo in larga parte prevenire.
Infatti, nell’esaminare le ripercussioni sulla salute, il rapporto individua 13 fattori di rischio alimentare, tra cui una dieta povera di cereali integrali, frutta e ortaggi, un consumo eccessivo di sodio e l’elevata assunzione di carni rosse e processate.
Al contrario, la Dieta Mediterranea rappresenta un futuro sano, sostenibile e inclusivo. Essa è un modello per rispondere concretamente, nei prossimi anni, alle sfide di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030, in sinergia con la strategia Farm to Fork Europea per la riduzione degli impatti ambientali dell’agroalimentare. Conclude la stessa presidente FDM prof.ssa Maggi: ”Aderire ai principi della Dieta Mediterranea significa dimostrare sensibilità per il benessere delle future generazioni: celebriamo insieme il desiderio di vivere in un mondo migliore”.